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Orti di via Degani

I raccolti degli orti di via Degani

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Racconti e colture da uno degli angoli verdi più importanti di Piacenza

Orti di via Degani

Una mattinata in giardino è più che un capriccio. Per alcuni il verde è ricreazione, per altri tradizione, per tutti è salute. 

Fare l’orto è un’ottima pratica non solo per una vita sostenibile, ma per riconciliare la propria relazione con il cibo. In un’era di consumi frenetici ed impulsivi, è importante ripensare il ruolo delle filiere alimentari, cercando di ridurne l’impatto. Nuovi centri commerciali, poli logistici, asfalto e cemento, poi, sanno lasciare senza fiato, letteralmente.

Il verde urbano cela una soluzione trasversale ed intersezionale a tanti fra i problemi odierni, e pratiche di agroecologia urbana e comunità sono parte della rivoluzione ecologica di cui c’è bisogno.

Sono svariati i conflitti irrisolti in tema tra cittadinanza e istituzioni, specie a Piacenza, dove centri di aggregazione e spazi verdi (non prati o campi, ma giardini, orti e foreste!) sono sempre pochi. Piacenza però offre spazi ed è importante conoscerli, per poter farne saggio uso e discutere costruttivamente di problemi e soluzioni. Questo articolo vuole riconoscere le opportunità che la città offre, mapparle, conoscerne l’utenza e magari aiutare ad ampliarla.

Il sito del Comune è chiaro su quali siano le aree dedicate all’orticoltura urbana: una 90ina in totale, gli appezzamenti pronti ad accogliere comunità e sfamare famiglie, in cambio del più puro sforzo, per la terra.

Negli orti si incontrano tante persone diverse. Molti pensionati, altri più giovani, di diversa età, origine, occupazione e genere, tutti accomunati da un primordiale amore per la natura, oltre che le grate soddisfazioni di un buon raccolto. Gli orti di via Degani sono forse i più ampi in città, insieme a quelli di via Boselli. Mario, Lucio e Podestà, ortisti da oltre due decenni, li conoscono bene: iniziale lascito da parte di un Senatore, l’area fu divisa tra parte coltivabile e parco. L’allora Circoscrizione ne ha sempre regolato l’accesso, adempiendo ai doveri più elementari, quali la distribuzione secondo dati criteri o la rendicontazione, grazie a contatori dell’acqua e un buon senso di comunità. Eventi e feste erano modo per creare comunione, oltre che per ridare alla città parte dei frutti della terra.

Alla domanda “Lei perché fa l’orto?” le risposte sono le più ovvie ed innocenti, ma anche le più importanti:

“Mi piace l’aria aperta.”
“Quando avevo ancora mia moglie ho imparato che una verdura da qui non è come una che si compera.”

dice il signor Mario.

“Al mé piasa! Al mé sempar piaśì! Aiutavo mia madre, quand la ghera”

commenta invece il signor Podestà, uno fra gli altri ortisti.

Con gli anni ed l’evoluzione delle istituzioni, gli orti sono però rimasti presto dimenticati. La regolamentazione dell’accesso da anni richiede aggiornamento e nel frattempo sono in vari ad aver ottenuto un appezzamento come lascito, prestito o regalo, saltando la fila e godendo della disorganizzazione comunale.
È in stato di abbandono” dichiara Mario, che si sente scordato dalle istituzioni. L’amore che nutre verso questo posto vede costanti mancanze di rispetto, oltre che una quasi totale ignoranza da parte del Comune. “Un controllo regolare, ogni tanto” è il bisogno primario che Mario esprime, riguardo agli orti. Indagando oltre, però, è chiara l’urgenza di un nuovo Statuto che ne regoli l’utilizzo.

A questo proposito, Podestà interviene dicendo che il consigliere Segalini ha dichiarato già un annetto fa che fosse in lavorazione, ma ancora si attende. Basta una chiamata in Comune per scoprire che la discussione è aperta. L’Ufficio Verde Urbano dichiara che proprio pochi giorni fa sia stata una riunione interna per riportare l’attenzione sul nuovo Statuto, ma non vi è molto altro da aggiungere, ad ora.

Richiedere un appezzamento di terreno, di anno in anno, può essere difficile, se non si sa come procedere o se non vi è una chiara procedura da seguire, quindi per dovere di completezza di seguito si indica il contatto indicato dal Comune a questo scopo:

Unità organizzativa Organi Istituzionali
Ufficio Partecipazione
Catana Martina
0523 492045

Come premesso, gli orti in città sono vari, ma la richiesta è alta e non attirano più soltanto l’interesse dei pensionati. L’orticoltura urbana piacentina, infatti, per essere lo strumento di sviluppo e inclusione che ha il potenziale di essere, deve riconsiderare tanti vecchi problemi e tanti nuovi utenti, ed il nuovo Statuto è l’opportunità per dare agli Orti la nuova vita che meritano. Questi orti però non bastano: sono necessari più spazi, non solo verdi, ma anche di aggregazione, che vadano oltre all’età o alla cittadinanza, e che rigenerino il tessuto urbano, dando nuova collocazione ad aree in disuso e creando nuove opportunità.

L’orticoltura urbana piacentina, insomma, sembra soltanto agli inizi, e la rivoluzione ecologica deve farla fiorire, perché tutta la cittadinanza possa raccoglierne i frutti.

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yuri m.

Questo articolo ha un commento

  1. Stefania

    Informazioni preziose e un’iniziativa molto interessante! Ringrazio – non dobbiamo mai scordarci di valorizzare the green side of the city.

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